Dal 9 al 12 settembre a Bologna. Grande attesa per SanaTech, il salone della filiera quest’anno dedicato al packaging
(Raffaella Quadretti di My Fruit) – La 33° edizione del Salone internazionale del biologico e del naturale (Sana) torna in presenza dal 9 al 12 settembre nei padiglioni di BolognaFiere. Tra gli appuntamenti chiave ci sarà la terza edizione di Rivoluzione Bio, gli Stati generali del biologico, che anche quest’anno scatteranno una istantanea a tutto tondo sul settore. Istantanea che sarà propedeutica a sessioni di dialogo e confronto tra istituzioni, attori della filiera ed esperti del settore. L’iniziativa è promossa da BolognaFiere, in collaborazione con FederBio e AssoBio ed è realizzato con la segreteria organizzativa di Nomisma. Gli stessi, con il sostegno di Ice, parteciperanno alla presentazione dei dati dell’Osservatorio Sana 2021 che presenterà “tutti i numeri del bio“, dalla produzione alle dimensioni del mercato.
Tante novità, tra SanaTech, Alibaba e Sana Digital
“Con Sana diamo ufficialmente il via alla ripresa delle manifestazioni fieristiche in presenza, gestita nel rispetto di tutti gli standard di sicurezza – ha detto nella conferenza stampa di oggi Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere – Sarà un’edizione che, accanto ai tradizionali settori e appuntamenti, presenterà alcune importanti novità. La prima è senza dubbio il lancio di SanaTech, dedicata alla filiera produttiva del biologico con un focus per il 2021 sul packaging sostenibile. Strategiche anche le scelte fatte che interessano il digitale a partite dalla collaborazione attivata con Alibaba.com per dare visibilità nostri espositori attraverso una piattaforma di oltre 26 milioni di operatori in tutto il mondo. Sfrutta le opportunità digitali anche Sana Digital, un’anteprima dell’evento in versione online che consentirà a buyer e operatori di incontrarsi virtualmente nei giorni che precedono la fiera. Diamo, quindi, appuntamento a Bologna a settembre, in presenza, per un’edizione della fiera che sarà ricca di contenuti e momenti di discussione”.
Mammuccini (FederBio): “Momento strategico”
Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, ha spiegato: “Questa edizione di Sana, preceduta dagli Stati Generali del biologico, si colloca in un momento fondamentale per la definizione delle strategie per la transizione agro-ecologica dell’agricoltura dei prossimi 10 anni. Siamo nel percorso di stesura del Piano strategico nazionale (Psn) della Pac che dovrà indicare gli obiettivi di crescita del biologico e gli strumenti per raggiungerli. Il Psn dovrà fare scelte rilevanti per il settore in linea con gli obiettivi ambiziosi del Green Deal e le Strategie europee supportate dal Piano d’azione”.
“Per questo motivo – ha aggiunto Mammuccini – ci auguriamo di arrivare a Sana con la legge sul biologico in fase di approvazione definitiva. Si tratta di una norma fondamentale per lo sviluppo del biologico che consentirebbe di far approvare in tempi brevissimi il Piano d’azione nazionale per definire gli interventi concreti per la crescita del settore, attraverso il sostegno alla conversione e al mantenimento del bio e misure adeguate di assistenza tecnica, ricerca, innovazione e formazione. Inoltre, servono strumenti per l’organizzazione del sistema d’imprese, per la diffusione dei distretti biologici e iniziative concrete che consentano di aumentare la produzione e il consumo di biologico attraverso campagne di informazione per i cittadini”.
Zanoni: “Una crescita che non permette di mantenere la leadership europea”
Dal canto suo, Roberto Zanoni, presidente di AssoBio, ha aaggiunto: “L’Italia è stato finora il Paese europeo con più operatori nel settore biologico, leader per terreni coltivati in rapporto alla superficie agricola utilizzata (15,8%), e maggiore esportatore dell’Unione secondo al mondo solo agli Stati Uniti. Abbiamo recentemente vinto gli europei di calcio, ma nell’ambito del bio invece rischiamo di perdere il nostro primato: dopo una crescita costante stiamo rallentando, con la retrocessione al terzo posto dopo Spagna e Francia, non solo per quanto riguarda la conversione dei terreni, ma soprattutto relativamente ai consumi pro capite. Non è che non cresciamo, ma non lo facciamo con i ritmi che ci consentirebbero di mantenere la leadership in Europa”.
“Comunicazione, formazione e ricerca universitaria, istruzione scolastica sono le linee su cui chiediamo al Governo Italiano di investire per innescare un processo virtuoso nello sviluppo di un’economia agricola biologica anche in Italia. Ciò che serve ora è promuovere un rinnovamento culturale tra i consumatori, affinché il nostro Paese possa mantenere il vantaggio del pioniere”.