Milano – La contrazione del potere d’acquisto delle famiglie ha avuto una rapida ripercussione anche sui consumi di prodotti bio. L’entità di questi contraccolpi è ancora da quantificare, ma gli operatori avvertono ora più che mai l’esigenza di un maggiore impegno per continuare a mantenere i trend positivi della domanda. Per questo occorre mantenere costante la crescita del biologico perché siamo in una fase di transizione verso l’agroecologia per cui bisogna utilizzare tutti gli strumenti disponibili per mantenere l’espansione della produzione bio e per continuare a consolidare l’incremento dei consumi. Strumenti ai quali si aggiungono le risorse del Pnrr, del fondo specifico della legge sull’agricoltura biologica e del piano strategico nazionale della Pac. L’agroalimentare italiano potrà disporre, da qui al 2027, di circa 3 miliardi di euro finalizzati specificatamente al biologico, sia per aumentare la produzione, sia per incentivare i consumi. Occorre innanzi tutto creare una piattaforma di tracciabilità sia sui prodotti italiani che su quelli stranieri. Strumento che permetterebbe un salto di qualità nei confronti dei consumatori e favorirebbe la totale trasparenza, dal campo alla tavola. Ma anche sul fronte della fiscalità si attendono alcuni provvedimenti di supporto a cominciare dalla possibilità del credito d’imposta, che solleverebbe le aziende bio dal problema dei costi della certificazione, che incidono anche sul prezzo al consumo. A questo proposito appare del tutto opportuna l’introduzione del marchio “Biologico Italiano” che, se regolamentata correttamente, potrà contribuire alla valorizzazione di un made in Italy basato su prodotti di particolare pregio.
Foto tratta da Re Soli Foundation