Il progetto “Serra 2020” della start-up piemontese GHZero è realtà. Il primo modulo, da 100 metri quadrati, con annesso impianto fotovoltatico, è stato inaugurato a Novara il 22 marzo presso l’Istituto Agrario “Bonfantini” .
Si tratta di una “camera gialla” ad ambiente e ciclo chiuso, dove 24/24 ore è possibile coltivare primizie e non, adatta ad essere impiegata dall’estremo nord, dove manca la luce 6 mesi l’anno, a zone desertiche dove invece manca l’acqua, che GH Zero ha realizzato in collaborazione con Università di Torino, con il sostegno di diversi partner privati e di Istituzioni, e partecipato anche da Città del Bio, insieme, fra gli altri a Legambiente, Coop, Unione industriale di Novara, Provincia di Novara, Environment Park di Torino.
Come funziona la “Serra 2020” di GHZero?
Il progetto pilota della Serra “2020” è visitabile all’interno dell’azienda agricola dell’ Istituto Agrario: all’interno del modulo si sperimentano coltivazioni per il settore agricol o e florovivaistico attraverso l’utilizzo combinato di diverse tecnologie che permettono la coltivazione indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne ed è attivo giorno e notte, alientato da un gruppo di pannelli fotovoltaici.
Lampade led, appositamente progettate sostituiscono infatti la luce solare e all’interno del blocco di 10 metri per 10 vi sono coltivazioni fuori suolo multipiano con climatizzazione e controllo dell’atmosfera : temperatura, umidità, CO2. Si controlla così la fotosintesi clorofilliana e la crescita delle piante, riproducendo anche una situazione micro-climatica ottimale per temperatura e umidità all’interno della serra.
Le colture idroponiche e quelle in vaso vedono la gestione della fertirrigazione, altrettanto mirata di quella della luce erogata dai led su frequenze specifiche adatte al ciclo biovegetativo di ogni singola specie vegetale.
L’intero ciclo delle acque è soggetto a depurazione e sanificazione delle acque e potenziale ricclo o reimmissione in ambiente privo di contaminanti, anzi migliore di quella in ingresso.
L’impianto di moduli fotovoltaici, consente di incrementare la produttività delle coltivazioni, in una logica di sostenibilità ambientale, avvicinandosi all’autosufficienza energetica.
Un modulo implementabile adatto a coltivare piccolo frutti, erbe aromatiche e insalate nel nord Europa come a sperimentare coltivazioni in aree desertiche
Nella serra vengono create le condizioni ideali per la produzione vera e propria, anche in territori con situazioni climatiche e ambientali difficili o estreme (aree di siccità o climi rigidi, con periodi anche di irradiazione solare pari quasi a zero, oppure per attivare sperimentazioni nel campo delle produzioni di colture agricole.
Il modulo può anche essere utilizzata per ricerche sul miglioramento genetico delle maggiori piante di interesse economico e alimentare, compresa la sperimentazione sul riso e su altri cereali.
Attraverso il risparmio di acqua, attivando colture idroponiche e/ o aeroponiche) e la produzione autonoma di energia attraverso l’installazione di moduli fotovoltaici sul tetto l’energia prodotta può essere utilizzata per gestire la climatizzazione interna e per alimentare le luci a Led, raggiungendo in aree soleggiate la completa autonomia e autosufficienza energetica nelle coltivazioni.
Oggi la coltura idroponica è diffusa nel Nord Europa ed in alcuni paesi del Sud America e in Israele, mentre in Italia è ancora piuttosto poco praticate. Questo è certamente legato al vantaggio che le nostre colture tradizionali godono dal nostro soleggiamento; tuttavia, giornalmente, nei supermercati le fragole e le lattughe (molto spesso di importazione) sono il frutto di una coltivazione idroponica.
I plus che le celle GH Zero avranno rispetto alla coltura idroponica “tradizionale” sono da ricercarsi nell’automazione del controllo dei processi nutrizionali e del Ph che consentiranno, abbinati ai led intelligenti, di coltivare in modo intensivo, riducendo gli spazi tra le piante e coltivando contemporaneamente su diversi piani. Questo è il motivo per il quale anche il mercato italiano e del bacino del mediterraneo in genere, potranno interessati a questo modulo.
I benefici per gli utilizzatori finali
- Coltivazione indipendente dalle condizioni esterne.
- Energia luminosa artificiale a LED intelligenti.
- Minore consumo di suolo.
- Risparmio di acqua (coltivazione idroponica e depurazione).
- Utilizzo di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico e/ o eolico).
- Controllo totale della climatizzazione interna (HVAC).
- Isolamento biologico della serra da agenti esterni (camera gialla).
- Gestione modulare di illuminazione a LED che si adatta in modo flessibile alle diverse coltivazioni.
Massimo Caligara, AD di GHZero: “All’agricoltura si chiederà fra pochi anni di sfamare oltre 10 miliardi di persone. Noi pensiamo che la ricerca oggi sia fondamentale per trovare soluzioni sostenibili che consentano di non distruggere il pianeta”
GH Zero Spa è una start up ad elevato contenuto innovativo : costituita solo nel 2018, è oggi una delle poche start up per azioni italiane e si avvsale di collaborazioni scientifiche e tecnologiche con importanti aziende e istituzioni, leader di settore nei vari campi coinvolti.
Core business dell’impresa è la progettazione e costruzione di serre mobili innovative per il settore agricolo e florovivaistico.
“Il nostro cliente – spiega Massimo Caligara 47enne Amministratore Delegato della società – “pensiamo spazi dalle aziende agricole che sono interessate a sviluppare produzioni h24 in Paesi dove non è possibile mettere in essere la coltivazione massiva per caratteristiche morfologiche del territorio e climatiche.
Ma guardiamo anche a Organizzazioni internazionali e Ong che hanno lo scopo di aiutare i Paesi in via di sviluppo, come campi profughi, di accoglienza, progetti di sviluppo e cooperazione internazionale.
E poi privati, PMI che vogliono recuperare, riconvertire aree industriali, zone abbandonate, capannoni e/o sviluppare progetti all’interno di abitazioni palazzi e grattacieli “
Con sede legale a Torino, sede operativa a Novara, ma con fondatori novaresi. la società ha già una serie di ordinativi in atto, ma l’idea e la filosofia aziendale guardano ad un busines in chiave etica:
La nostra idea imprenditoriale nasce dalla constatazione che l’agricoltura oggi e sempre di più in un prossimo futuro, si trova da una parte a dover soddisfare la crescente domanda di produzione di cibo, dovuta all’aumento esponenziale della popolazione, e allo stesso tempo a trovare soluzioni per essere meno inquinante, meno invasiva e dispendiosa di risorse idriche e di energia, e che sia in grado di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici
“Per questi motivi riteniamo che sia necessario affrontare queste nuove sfide attraverso la ricerca e tecniche innovative basate sulla sostenibilità. In altre parole attraverso l’agroecologia, cioè un modello capace di far convivere agricoltura con l’ecologia e la tutela dell’ambiente e del territorio.
Abbiamo deciso di investire all’interno dell’area del Bonfantini di Novara, non a caso : l’investimento supera i 400 mila euro – ma la nostra intenzione è quella di favorire percorsi formativi, di ricerca e sperimentazione dove il connubio scuole-imprese è imprescindibile”.