(Mariangela Latella di Green Planet) – Dopo il lancio, l’anno scorso, delle carote gialle Bio per la IV Gamma, Natura Iblea, azienda agricola biologica siciliana, sta per lanciare sul mercato le carote bianche Bio (varietà Pastinaca) e, contemporaneamente, denuncia importanti cali produttivi nella campagna zucchine iniziata da qualche settimana.
Ce ne parla, in un’intervista esclusiva per GreenPlanet, Roberto Giadone, general manager dell’azienda ragusana che ha appena vinto, unica azienda italiana, il premio europeo ‘Sustainability heroes’ alla prima edizione del contest SME Enterprize, organizzato a Bruxelles da Generali Assicurazioni e dedicato alle PMI europee per incentivarle ad adottare modelli di business sostenibili.
– Come nasce il progetto di coltivazione della varietà di carota Pastinaca?
“Somiglia ad una carota bianca – ci spiega Giadone – ed è una varietà tradizionalmente coltivata in Trentino Alto Adige ed in Austria. Abbiamo iniziato a testarla su 4 ettari perché puntiamo a coprire una finestra commerciale, aprile e maggio, attualmente scoperta”.
– Sta per partire la semina delle carote. Come si prospetta questa fase, dato il clima particolarmente avverso di quest’anno?
“Ci aspettiamo una buona fase per la semina delle carote, rosse e gialle, che rappresentano la nostra principale produzione e a cui dedichiamo 120 ettari su un totale di 200. Ma stiamo registrando seri problemi nella raccolta delle zucchine. Problemi che non riguardano solo il nostro settore del Biologico, ma tutto il comparto in generale”.
– Di che si tratta?
“Il clima di quest’anno, con un caldo eccessivo a luglio e agosto e precipitazioni brevi ma intense a fine estate, ha causato da un lato il calo dei volumi per lo stress sulle piante, e dall’altro un pesante attacco della virosi ‘New Delhi’ che ha la caratteristica di propagarsi molto velocemente. Questi fattori combinati hanno determinato importanti riduzioni dei volumi raccolti di zucchine”.
– Può darci qualche misura?
“Abbiamo circa 50 ettari destinati a questa produzione, di cui 30 sotto serra e 20 a campo aperto. Il calo dei volumi medio si attesta intorno al -15%, ma nelle colture a campo aperto il danno è stato maggiore con una perdita di almeno la metà del raccolto che ogni anno, complessivamente, è mediamente di circa mille-milleduecento tonnellate”.
– Come fate fronte, in quanto produttori biologici, a questi problemi derivati dal cambio climatico?
“Stiamo testando nuove varietà resistenti su 3 ettari sperimentali. Stiamo già raccogliendo i primi frutti ma, anche se sono resistenti alla virosi, hanno la caratteristica di avere una forma tozza e non oblunga come quella delle tradizionali zucchine verdi, pur avendo proprietà organolettiche eccellenti. Questo crea problemi con il mercato perché la forma oblunga è una delle caratteristiche richieste per questo prodotto”.
– Parliamo del premio europeo ‘Sustainability heroes’ che avete appena vinto come rappresentanti dell’Italia. L’ennesimo orgoglio tricolore di quest’anno.
“È stata una grande soddisfazione. Erano in gara seimila aziende italiane ma alla fine delle seleziono, basate sull’analisi di alcuni specifici parametri, viene assegnato ad una sola azienda per ciascun Paese europeo. Siamo stati premiati, fra l’altro, per le nostre politiche di Welfare, perché produciamo in Bio e perché lavoriamo con energie rinnovabili dal momento che il tetto del nostro capannone di trasformazione, circa 3mila mq, è coperto da pannelli fotovoltaici che generano 200 kW di energia”.