(Simona Marini di Centro Pagina) – Curare la fertilità dei terreni, e proteggere la bellezza e il capitale naturale (il suolo) dei terreni collinari tipici del centro Italia. In una regione in cui – lo dice un studio fatto nel 2020 dalla Politecnica delle Marche – ogni anno l’erosione media fa perdere circa un centimetro nel 60% dei terreni coltivati, con punte fino a 3 cm – due realtà si sono unite per sviluppare e testare macchinari innovativi, adatti a pratiche agricole che rigenerano la componente biologica dei suoli di collina.
La partnership è quella tra Angeloni srl e Arca srl Benefit. Da un lato, c’è l’azienda metalmeccanica di Montecarotto, leader del centro Italia per le macchine agricole, che dal 1947 progetta e realizza erpici, aratri, dissodatori, carrelli, lame e sollevatori. Dall’altro, il progetto “Agricoltura per la rigenerazione controllata dell’ambiente” fondato nel 2016 dai tre imprenditori Bruno Garbini, Giovanni Fileni e Enrico Loccioni – che, partendo dalle Marche, vuole rivoluzionare il modo attuale di fare agricoltura, per certi versi distruttivo, promuovendo un modello che apporti sostanza organica e ripristini la biodiversità del suolo per ottenere un cibo più sano.
La presentazione dei macchinari, con test in campo, si è tenuta nei giorni scorsi nei campi dell’impresa agricola Lov (Loccioni) adiacenti all’Abbazia Sant’Urbano di Apiro. La giornata di presentazione dei macchinari agromeccanici “rappresenta una pietra miliare del percorso del Progetto ARCA verso la diffusione dell’agricoltura bio-rigenerativa sul territorio, così come l’aver incontrato un alleato di valore come la Angeloni S.r.l. nel nostro cammino ci gratifica ed onora”, fa sapere Bruno Garbini, presidente di Arca Benefit. Si tratta – spiega – di «attrezzi appositamente pensati e progettati per facilitare le operazioni e ridurre i costi dell’agricoltura bio-rigenerativa, specialmente se praticata in collina. Sono state privilegiate dimensioni non eccessive, robustezza quanto basta per evitare troppo peso e necessità di trattrici di media potenza per essere trainate senza arrecare troppo disturbo al suolo. In questi giorni, inoltre, è per noi molto positiva la notizia che importanti multinazionali hanno definito l’agricoltura organico rigenerativa come quanto di meglio oggi si possa fare per la rigenerazione del suolo e dell’ambiente”.
“In questi ultimi anni – ha aggiunto Garbini – Arca Benefit si è dedicata a sperimentare e a testare in campo le pratiche agronomiche bio-rigenerative ma sin da subito ci siamo resi conto che i macchinari e gli attrezzi offerti dal mercato male rispondevano alle nostre esigenze di minor disturbo possibile al suolo e di lavorazioni minime da effettuare anche in terreni di una certa pendenza: le grandi imprese produttrici di macchine e attrezzi agricoli, infatti, disattendono completamente l’agricoltura di collina considerandola ormai spacciata. Risultava ben chiaro che avremmo dovuto studiare attrezzi “su misura” con un’azienda che ben conoscesse i nostri areali e che credesse nel futuro dell’agricoltura bio-rigenerativa. Ecco perché crediamo molto in questa partnership con Angeloni Srl che, oltre ad essere una consolidata azienda alla terza generazione, conduce a livello familiare anche un terreno in biologico che le ha permesso di capire di più e meglio quali fossero le esigenze di un’agricoltura bio-rigenerativa di qualità svolta nelle Marche”.
Di “nuove sfide al passo con i tempi, con le nuove tecniche di studio e ricerca in agricoltura guardando alle nuove opportunità del futuro” parla Pierduilio Angeloni, presidente Angeloni srl, azienda che dal dopoguerra in poi ha affrontato le varie esigenze di meccanizzazione nei settori agricoli del territorio. Dopo aver introdotto, negli anni ’70, importanti soluzioni ai problemi che penalizzavano le mietitrebbie nell’esecuzione del lavoro sui terreni in pendenza, oggi – prosegue – «ancora una volta il territorio e le colline marchigiane ci portano ad affrontare nuove sfide. Abbiamo deciso di investire sul modello agricolo promosso da Arca Benefit e sul Progetto ARCA: crediamo che l’agricoltura bio-conservativa rigenerativa sia il presente e anche il futuro. Grazie all’importante consulenza agronomica di Arca Benefit, oggi presentiamo soluzioni agromeccaniche innovative che dovrebbero permettere di applicare efficacemente pratiche agricole in grado di rigenerare la componente biologica dei suoli delle Marche e, più in generale, dei terreni collinari tipici del centro Italia. La giornata di presentazione è stato un momento molto importante per noi, perché abbiamo testato in campo macchine agricole innovative che offriranno al territorio, agli agricoltori e agli stakeholder l’opportunità di crescere ed essere pionieri di una nuova “rivoluzione” agricola a favore della vitalità del suolo e di un ambiente sempre più sano a disposizione delle future generazioni”.
La collaborazione appresenta “una chiave di svolta per l’applicazione e la diffusione del modello agricolo biologico conservativo rigenerativo che Arca Benefit promuove in un territorio argilloso e collinare come quello marchigiano” spiega Simone Tiberi, agronomo Arca Benefit. Il modello denominato “Regenerative Soil System” prevede l’adozione di 5 principi base: rispetto rigoroso della normativa biologica; rotazioni pluriennali con preferenza delle colture consociate rispetto alle colture pure; copertura del terreno per tutta l’annata agraria; minimo disturbo al suolo e impiego di concimi organici provenienti da processi di economia circolare.
Le macchine progettate e costruite da Angeloni Srl “sono altamente specializzate e rispettano i parametri imposti dai principi agronomici previsti dal Regenerative Soil System promosso da Arca Benefit – spiega Luca Angeloni, della Angeloni – Nello specifico, andiamo ad operare dalla prima lavorazione in campo dopo la trebbiatura delle coltura da reddito, o dopo la trinciatura delle cover crops, fino al momento della semina che viene effettuato con macchine non di nostra produzione. Abbiamo deciso di impostare le nostre macchine su trattori di fascia media, fra i 130 a 180 cv, al fine di renderle fruibili per la maggior parte delle aziende agricole. I parametri imprescindibili di cui dobbiamo sempre tener conto in campo in fase di lavorazione sono il calpestamento del suolo e la non inversione degli orizzonti pedologici del terreno”.