Bologna – Il Report Wine Monitor Nomisma realizzato per Valoritalia ha sottolineato come sia positivo l’andamento per il vino bio: in soli 3 anni le vendite sono aumentate del 60%, complice anche l’aumento di consumi.
Quello che era partito come un vino di nicchia, ora ha un valore di mercato di circa 40 milioni di euro nel 2020, con previsioni di arrivare a 50 milioni nel 2021. Secondo il report, il 59% dei consumatori considera i vini bio di qualità superiore rispetti ai vini classici. Inoltre per il 75% degli intervistati bisogna aggiungere anche la questione del rispetto dell’ambiente.
Riccardo Meo della direzione servizi pe lo sviluppo rurale dell’Ismea, ha spiegato che dal 2010 la produzione è aumentata di circa il 110%. Questa crescita è anche da imputare al fatto che l’UE ha permesso di usare il logo biologico sulle etichette delle bottiglie a partire dal 2012.
Nel corso del 2020, in Italia sono stati prodotti 3 milioni di ettolitri di vino biologico, con una crescita del 60% in tre anni. Inoltre questo valore rappresenta il 6% di tutto il vino prodotto in Italia, in totale 49 milioni di ettolitri.
Il che si traduce anche in un aumento dei terreni coltivati a vino bio: nel 2019 erano 107.143 su un totale di 670mila ettari dedicati alla vite, con un +112% rispetto al 2010. Inoltre, andando a vedere a livello mondiale, si parla di mezzo milione di ettari di superficie coltivata a vite biologica su sette milioni di ettari complessivi dedicati al vino. In questo scenario, Spagna, Francia e Italia coprono un totale di 350mila ettari, classificandosi come i principali produttori di vino bio. Sono seguiti da Stati Uniti e Turchia.
Per quanto riguarda i principali Paesi consumatori di vino bio sono Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Anche in Italia si assiste a un incremento delle vendite: negli ultimi tre anni quelle nella GDO hanno segnato un +15% all’anno, con punte sopra il 30% durante le feste.