Latina (Clemente Pistilli) – Tra le principali fonti di avvelenamento dei mari e del pesce che finisce sulle tavole c’è la plastica. Il materiale che doveva migliorare la vita di tutti è diventato uno dei peggiori incubi. Si può però produrre anche plastica bio, quella che non inquina, ed è possibile farlo ricorrendo all’economia circolare, utilizzando latticini scaduti, scarti dei kiwi e della canapa.
Si tratta appunto della plastica ecosostenibile e di un progetto, denominato Plasmilk, messo a punto in provincia di Latina dall’imprenditore Francesco Borgomeo, ormai uno specialista nel rilevare vecchie aziende in crisi e trasformarle in realtà di successo con iniziative innovative.
Arrivato a fatturare 50 milioni di euro l’anno e dopo essersi imposto con la green economy in Ciociaria, l’imprenditore ha puntato sulla Nalco di Cisterna, trasformando lo stabilimento chimico rilevato nel giugno scorso dal colosso statunitense Ecolab in un’azienda verde, la Plasta Rei.
Così come ha fatto alla Saxa Gres di Anagni, passando dalle ceramiche da interni a gres da esterno con componenti che derivano dal ciclo di recupero di rifiuti, e così come alla Grestone di Roccasecca ha detto addio ai sanitari per produrre sampietrini in ceramica, Borgomeo in provincia di Latina ha deciso di abbandonare il settore degli additivi chimici per caldaie per scommettere sulle bioplastiche da riciclo.
Il progetto, denominato Plasmilk, appena presentato a lavoratori e sindacati a sei mesi dall’inizio della nuova avventura, poggerà su un brevetto che verrà depositato a livello internazionale e che potrebbe rappresentare una nuova frontiera nella produzione di plastica green, sfruttando gli scarti della catena alimentare e della grande distribuzione dell’area nord del territorio pontino, in una logica di produzione verde e valorizzazione del territorio.
Un’iniziativa che guarda al futuro e alla vera transizione ecologica. Del resto l’imprenditore già nel nome dell’azienda, Plasta Rei, ha guardato alla filosofia del divenire, al “tutto scorre” di Eraclito, quella che ha dato sin dall’inizio l’impronta all’economia circolare.
“Vogliamo produrre una plastica – afferma Borgomeo – che non inquini più il mare e la terra attraverso componenti presenti sul territorio. Punteremo a recuperare plastica sfruttando l’esperienza nella chimica. Questo il nostro enorme valore aggiunto”.
A fargli eco Fabio Mazzarella, direttore generale della Plasta Rei: “Si tratta di un grano che ha componente bio quali latte e derivati, kiwi e canapa. L’idea è utilizzare tutto lo scaduto di latte e derivati, tutti gli scarti della catena alimentare e dalla grande distribuzione e di metterlo in un’ideazione di vera e propria plastica. In questo senso sarà fondamentale il know how derivante da un’azienda chimica e dai suoi lavoratori come la ex Nalco”. Dalla provincia dunque un altro passo in avanti verso l’economia verde.