Ancona (Picus On Line) – Le Associazioni attraverso una lettera aperta inviata ai rappresentanti politici del Consiglio Regionale tornano a chiedere a gran voce il riconoscimento dei Distretti biologici e Bio-distretti costituiti nelle Marche.
Una mancanza questa che blocca la progettualità, lo sviluppo e partecipazione a bandi, in sintesi un danno per il territorio dell’agro-alimentare.
Altra grave mancanza è l’inclusione al tavolo politico strategico agricoltura di Associazioni Nazionali come C.N.A., di riferimento per l’intero comparto regionale di aziende artigiane dell’agroalimentare, di AIAB di specifico settore Biologico (che ha partecipato al tavolo nazionale per la stesura della legge nazionale sui distretti del cibo), ed anche dei Distretti biologici e bio-distretti già esistenti nelle Marche.
Si tiene a sottolineare che la legge nazionale parla di distretti del cibo per la valorizzazione delle peculiarità locali e mai di distretti regionali.
Lettera aperta
AIAB Marche, CNA Marche, Bio-Distretto del Fermano-Piceno, Distretto Biologico Terre Marchigiane del 11/02/2021
Al Consiglio della Regione Marche
A seguito della comunicazione inviata dall’AIAB NAZIONALE, dalla CNA Marche Unione Reg.le Agroalimentare, dai Biodistretti e Distretti Biologici territoriali, al Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, unitariamente ai Capigruppo Del Consiglio Regionale, dell’incontro richiesto al vice presidente Mirco Carloni (tuttora disatteso), della richiesta di essere presenti al tavolo politico strategico agricoltura (tuttora disattesa), nel condividere le medesime finalità con altre Associazioni del territorio, chiediamo che si rimoduli la Delibera della Giunta del gennaio 2021 riguardante il punto legato ai Bio- distretti regionali, e non si proceda ad ulteriori deliberazioni in merito senza preventiva condivisione.
Distretti del Cibo e Biodistretti
Il Bio-distretto o Distretto Biologico è una forma riconosciuta dal MIPAAF di Distretto del Cibo, in base alla Legge 27 dicembre 2017, n. 205, articolo 1, comma 499; approvazione criteri per il riconoscimento dei Distretti del cibo”, I “Distretti del cibo”, secondo il MIPAAF “nascono con l’obiettivo di promuovere, attraverso le attività agricole e agroalimentari, lo sviluppo locale sostenibile, la coesione e l’inclusione sociale, la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale e con il compito di valorizzare le vocazioni locali, puntando alle filiere produttive connesse all’agroalimentare e al biologico in una logica di sistema in grado di coordinare le attività sul territorio con gli indirizzi operativi condivisi.
I Distretti del cibo sono definiti come
– Distretti rurali e agroalimentari di qualità già riconosciuti o da riconoscere;
– Distretti localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree,
– Distretti caratterizzati dall’integrazione fra attività agricole e attività di prossimità. Distretti biologici. Per garantire lo sviluppo di tutto il territorio e non solo delle singole filiere, i Distretti del Cibo operano attraverso programmi di progettazione integrata territoriale. ll riconoscimento dei Distretti viene affidato alle Regioni e alle Province autonome che provvedono a comunicarlo al MIPAAF presso il quale è istituito il Registro nazionale dei Distretti del Cibo”.
Il Bio-Distretto è pensato come ente aggregatore che consenta la creazione di filiere corte biologiche sul territorio, l’AIAB nelle Marche ha partecipato alla nascita del “Bio-Distretto del Fermano-Piceno” e sta promovendo insieme al Comune di .lesi la nascita di un Bio-distretto nella provincia di Ancona. Inoltre è stato costituito il Distretto Biologico Terre Marchigiane con tre sub distretti.
La Delibera di Giunta Regionale di gennaio 2021e tutto ciò che di similare potrà essere ulteriormente riproposto, stravolge completamente lo spirito della legge nazionale prevedendo solo tre tipi di distretti del cibo: I Distretti dei prodotti certificati, I Distretti dei prodotti di prossimità Un Distretto biologico regionale. Con a seguito parametri riscontrabili solo nella Regione Marche e non riscontrabili in nessuno degli altri Bio-distretti di altre regioni. Necessita dunque un legittimo chiarimento, sul perché sia stato previsto un unico Bio-distretto Regionale, fattore non riscontrabile in nessuna altra regione italiana, visto che , secondo la norma, il fine dei distretti del cibo è, quello di “promuovere, lo sviluppo locale sostenibile, la coesione e l’inclusione sociale, la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale e con íl compito di valorizzare le vocazioni locali”. Gli scriventi chiedono • L’attenzione del consiglio regionale su questa tematica. • Che venga rispettato lo spirito della normativa nazionale. • Che i Bio-distretti e distretti biologici già costituiti siano senza indugio riconosciuti. • Che non vi siano vincoli né di fatturato né di percentuali SAU per il riconoscimento dei distretti biologici • Che i nuovi bio-distretti e distretti biologici possano essere costituiti e riconosciuti nel rispetto del diverse vocazioni locali presenti nel territorio marchigiano.
Le Associazioni ribadiscono la richiesta di essere presenti al tavolo politico strategico regionale. In attesa di cortese riscontro si porgono cordiali saluti Pres.te CNA Marche-Unione Reg.le Agroalimentare Francesca Petrini Pres.te AIAB Marche Enzo Malavolta Pres.te Distretto Biologico Terre Marchigiane Sara Tomassini Pres.te Bio-Distretto del Fermano-Piceno Noris Rocchi.