(da Agro Notizie) – Cresce ancora la superficie coltivata in biologico in Italia e ancora di più quella destinata ai cereali. Con oltre 330mila ettari, i cereali bio rappresentano circa il 17% di tutta la superficie italiana in regime di agricoltura biologica, preceduti solamente da foraggere, prati e pascoli.
Il frumento la fa da padrone, con circa 200mila ettari (di cui il 60% come frumento duro, coltivato in maniera più diffusa su tutta la penisola), seguito da orzo e avena. Sono i cereali autunno vernini che vengono maggiormente coltivati in agricoltura biologica e la loro superficie aumenta ogni anno. I perché di questo fenomeno sono vari e coinvolgono diversi aspetti.
Il primo motivo è prettamente agronomico ed è legato al periodo di coltivazione che, insieme all’impiego di varietà più resistenti, limita l’incidenza di patologie e di conseguenza, il ricorso a fitofarmaci di sintesi. La diffusione di prodotti naturali a base di microrganismi, di tecniche di semina su sodo e di una migliore gestione della concimazione, limitano non solo l’insorgenza di patologie fungine ma anche di erbe infestanti che in bio, sono quelle più difficili da gestire.
Il secondo motivo è economico, cioè legato al differenziale di prezzo che chi coltiva grano bio può ottenere rispetto ai colleghi che operano in agricoltura convenzionale.
Il terzo motivo è quello più insidioso e che va smentito una volta per tutte, cioè quello legato al fenomeno che i più maliziosi definiscono “falso bio” e che segue il filone “complottista” che ormai, coinvolge tanti aspetti della vita quotidiana. C’è chi ritiene che molti cerealicoltori siano bio solo sulla carta ma che, al di là di percepire il contributo economico previsto, poi coltivino senza attenersi alle regole.
Chi invece – come i tecnici di Ilsa, che incontrano gli agricoltori, parlano con loro e suggeriscono le soluzioni migliori per essere efficienti e produttivi anche in agricoltura biologica – sanno che al di là di pochi furbetti, i coltivatori di grano bio sono dei professionisti veri, che hanno scelto di produrre in maniera più sana e naturale e dando ciascuno il proprio contributo per rispettare l’ambiente. Anche perché da qualche anno gli strumenti per ottenere alte rese e qualità ci sono anche in agricoltura biologica.
Ilsa grazie a matrici e processi produttivi naturali ed ecosostenibili può contare su un’ampia gamma di specialità ammesse in agricoltura biologica (oltre la metà del suo catalogo), non solo in base alla normativa italiana (D.Lgs 75/2010, Allegato 13) ma anche europea (Reg. CE 889/2008), americana (Usda/Nop) e giapponese (Jas). A seconda delle caratteristiche dei terreni, della disponibilità di macro, meso e microelementi.
Ilsa ha studiato diversi formulati solidi che, applicati in pre semina e/o con al massimo un intervento in copertura, garantiscono maggiori rese e alta qualità finale di frumento, orzo e altri cereali coltivati in biologico. Minimo comune denominatore dei formulati solidi di Ilsa è Agrogel, gelatina idrolizzata per uso agricolo, ottenuta attraverso il processo di idrolisi termo barica di collagene. Ciò permette di ottenere concimi speciali ad alto contenuto di azoto, tutto organico, e con un alto livello di carbonio organico, quindi sostanza organica di qualità che migliora la fertilità del suolo.
Se a ciò aggiungiamo l’alta presenza di amminoacidi, presenti in forma di poli peptidi, capiamo come questa matrice consenta un rilascio graduale ed efficiente dell’azoto, un migliore sviluppo degli apparati radicali e l’azzeramento delle perdite di azoto per dilavamento o gassificazione, pericolose sia per l’ambiente che per le tasche dei cerealicoltori.
Agrogel è la base dei prodotti di Ilsa, alcuni composti dal 100% di questa matrice, come Fertil 12,5 e Fertorganico, che quindi contengono azoto e carbonio organico, o come Fertil 10 che, accanto ad un alto contenuto azotato, contiene anche calcio e magnesio, importanti per le prime fasi di sviluppo.
A queste soluzioni, impiegabili sia in pre semina che in copertura (entro marzo), si aggiungono quelle specifiche per applicazioni in pre semina di grano, orzo ed altri cereali autunnali e che si chiamano Granosano Evo e IlsaLife Plus Zolfo.
Il primo è un concime NP 6-16, che quindi apporta sia azoto organico che fosforo a disponibilità prolungata, grazie alla complessazione di questo elemento con la matrice Agrogel®, che ne rallenta i fenomeni di retrogradazione e ne garantisce la maggiore disponibilità per le piante, non solo nelle prime fasi di sviluppo radicale ma anche successivamente.
Il secondo è un concime organico contenente il 5% di azoto organico e poi calcio, magnesio, ferro ed il 30% di SO3, importante sia per migliorare il pH del suolo (in genere sub alcalino) e quindi l’assorbimento di tutti gli elementi nutritivi, che per la qualità finale del grano, grazie alla sintesi di proteine essenziali che aumentano il contenuto proteico ed il peso specifico.
A seconda delle caratteristiche del terreno, l’applicazione di questi formulati consente di predisporre le piante ad un ottimale accestimento e successiva fase di levata, prolungando anche il cosiddetto stay green, cioè la capacità del culmo e della vegetazione di rimanere verdi il più a lungo possibile, il che garantisce una più prolungata assimilazione di acqua e nutrienti.
Produrre in maniera efficiente anche in bio, quindi, è possibile ed è la strada da percorrere, anche in virtù delle tante misure che saranno previste dalla cosiddetta “transizione ecologica” e delle direttive già stabilite dalla strategia “Farm to Fork”, inclusa nel piano Green Deal varato dalla Commissione Europea, che punta a ridurre le perdite di fertilizzanti nel suolo di almeno il 50% limitando l’utilizzo dei fertilizzanti di sintesi di almeno il 20% entro il 2030 e promuovendo con forza il passaggio all’agricoltura biologica in tutta Europa.