L’Agenzia francese per lo sviluppo e la promozione dell’agricoltura biologica ha diffuso il dossier statistico: il settore copre il 7,5 della superficie agricola e occupa il 10% degli operatori
Il 2018 è un anno record per il bio in Francia: l’Agenzia francese per lo sviluppo e la promozione dell’agricoltura biologica (Agence Bio) ha presentato il 4 giugno scorso le cifre del settore biologico del 2018. Con 5.000 nuove aziende agricole – nuove o convertite al bio nel 2018 – ora ci sono un totale di 41.600 aziende agricole impegnate in agricoltura biologica, vale a dire quasi il 9,5% delle aziende agricole nel paese d’oltralpe. La produzione biologica francese è più che raddoppiata in cinque anni, il più alto aumento mai registrato in Europa.
L’agricoltura biologica sta esplodendo in Francia, ora copre il 7,5% dell’area agricola utile del Paese, il che rende possibile il contenimento delle importazioni di prodotti biologici per soddisfare il crescente appetito dei consumatori. Con due milioni di ettari coltivati in agricoltura biologica in Francia nel 2018, c’è davvero un “capo attraversato” dal lato della produzione.
Numeri da record per agricoltura bio in Francia. Un trend che coinvolge i giovani consumatori
In totale, ormai il 9,5% degli agricoltori francesi lavora in agricoltura biologica e il settore fornisce il 14% dell’occupazione agricola, afferma l’Agenzia nella sua relazione annuale. Le novità del 2018, vero “anno record” per il biologico, riguardano principalmente le colture da campo: cereali, semi oleosi e leguminose, che recuperano terreno, con un balzo del 31% di queste terre agricole biologiche rispetto al 2017, con una superficie di 513.000 ettari. Nel 2013, solo l’1% delle colture da campo in Francia era biologico, oggi sono il 4,3%. In totale si è superata la quota simbolica di 2 milioni di ettari coltivati a bioagricoltura, il 7,5 del totale contro il 6,5 del 2017, come ha dichiarato Florent Guhl, direttore di Agence Bio presentando il dossier alla stampa lo scorso 4 giugno.
“Sono molti e complessi i motivi che spingono i conusumatori a comprare biologico. Che sia per ragioni di salute, per la qualità e il gusto dei prodotti o per preservare l’ambiente; ma c’ è unico risultato: i francesi hanno dato prova di un autentico attaccamento al bio, ed in particolare i giovani, come hanno dimostrate le indagini di mercato da noi svoltesul consumo e la perczione dei prodotti bio”
Questo aumento è dovuto in particolare al significativo aumento delle capacità di lavorazione e stoccaggio dedicate, all’apertura di silos e mulini dedicati al grano biologico, come quello della cooperativa Valfrance nei pressi di Melun o Soufflet nel dipartimento del Rodano. Per raggiungere il 15% della superficie agricola utilizzabile nel 2022, l’agenzia stima che l’8% delle colture da campo dovrà essere organico. Nel campo degli legumi il 40% sono già convertiti al bio.
MA cresce anche tutta la filiera legata al bio, in particolare delle aziende di trasformazione della materia prima: piccole e medie imprese, legate ai propri territori che sono aumentate con un tasso del 12%/anno nel 2018 e del 49% negli ultimi 5 anni. Quasi 19.000 nuovi posti di lavoro creati nel 2018, fra trasformazione produzione e distribuzione del settore agricolo bio, pari al +14% , per un totale di ormai di oltre 155.000 posti di lavoro a tempo pieno nella varie filiere: numero che è raddoppiato dal 2012 ad oggi.
I viticultori in conversione bio beneficiano di un marchio specifico
Anche in viticoltura , il salto è stato molto importante: il trend di crescita è di + 20% su base annua), con il 12% dei vigneti allevati organicamente (pari a 94.020 ettari) nel 2018. Per incoraggiare gli acquirenti a identificare e sostenre i produttori che fanno il salto verso la viticoltura biologica e biodinamica nella Regione Occitanie / Pyrénées-Méditerranée anche stata creata un’apposita etichetta : la “CAB” (conversione biologica) un’etichetta bianca su sfondo verde-azzurro.
Il programma “Ambition Bio 2022”: un obiettivo che la Francia sta raggiundo in vantaggio sulla tabella di marcia
Il programma “Ambition Bio 2022” è stato presentato nel giugno del 2018, a seguito del lavori del “Grand Conseil d’Orientation (GCO) de l’Agriculture Biologique”, presieduto dall’allora ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, Stéphane Travert e da Gérard Michaut e Florent Guhl, rispettivamente presidente e dirtettore dell’Agence Bio.
La produzione biologica sta vivendo, sotto l’impulso di una domanda molto dinamica, un boom senza precedenti, sin Italia, in Europa e in tutto il mondo. È il segno di un nuovo modello di consumo che soddisfa le aspettative della società.
Questa richiesta è stata ampiamente espressa in Francia nel quadro degli États généraux de l’alimentation (gli Stati generali dell’alimentazione) ed è stata ripresa nella tabella di marcia 2018/2022 della politica alimentare del Governo di Parigi, in particolare fissando obiettivi ambiziosi in termini di terreni agricoli o nel campo della ristorazione pubblica.
La Francia infatti nel settore bio – nel rispetto della sua tradizione di Stato molto orgsnizzato ed abituato ad una pianificazione lungimirante – sta diventando una nazione leader ed modello da seguire, che peraltro è anche molto vicino a noi. TNon va dimenticato nel settemrte del 2020 proprio in Francia, a Rennes, sarà ospitato OWC2020: il Congresso Mondiale del Bio.
Un motivo di stimolo per l’Italia, che resta comunque il terzo mercato europeo per i prodotti bio, anche distanziato da Germania e Francia, per un percorso di forte impegno dovrebbe vedere coinvolti Parlamento, Regioni, associazioni e territori a lavorare insieme. La nuova politica agricola PAF dell’Unione Europea è in corso di elaborazione ed il settennio dei PSR 2021-2028 è dietro l’angolo. C’è un mercato da 37 miliardi di € in Europa che nel 2018 è cresciuto dell’11,3% da conquistare. Per il bene dei consumatori e delle imprese delal filiera e per il benessere dei territori.