TORINO – L’Associazione Città del Bio organizza il prossimo sabato 23 novembre al Castello del Valentino di Torino il Convegno “Agroalimentare 4.0” dedicato alle inovazioni ed applicazioni nel settore primario delle tecnologie digitali: attraverso l’Internet farming, i Big Data, l’agricoltura di Precisione. L’integrazione e l’interconnessione conduce all’Agricoltura 4.0, ovvero l’utilizzo di diverse tecnologie finalizzate a migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione, condizioni di lavoro, tracciabilità dei prodotti. L’equivalente della Industri 4.0 nel campo agricolo.
Il programma del Convegno
9.00 – Accredito partecipanti
9.30 – Presentazione Antonio Ferrentino – Presidente Città del Bio
Saluti:
- Alberto Cirio –Presidente Giunta Regione Piemonte *
- Marco Protopapa – Assessore Agricoltura Regione Piemonte
- Valerio Lucciarini de Vincenzi – Presidente ALI – Lega delle Autonomie Locali
9.45 – Relazione introduttiva
On. Silvia Fregolent – Coordinatrice per la Camera dei Deputati dell’Intergruppo Parlamentare Amici del Bio
10.15 – Sessione esperienziale a cura di Città del Bio Promozioni Srl
11.00 – Tavola rotonda coordinata da Luca Ferrua- La Stampa
partecipano:
- Maria Grazia Mammuccini – Presidente Nazionale Federbio
- Roberto Moncalvo – Presidente Coldiretti Piemonte
- Enrico Allasia – Presidente Confagricoltura Piemonte
- Gabriele Carenini Presidente CIA Piemonte
12.20 – Intervento conclusivo dell’On. Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova
Agricoltura 4.0 : un mercato che vale oltre 400 milioni di euro
Secondo la recente ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia, questo settore vale oggi in Italia fra 370 e 430 milioni di euro, il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo. Nel mercato italiano dell’agricoltura 4.0 nel 2018, con oltre 300 soluzioni innovative applicate in campo e già disponibili sul mercato: Un mercato in rapidissima crescita: +270% /anno.Per circa l’80% è generato da offerte innovative di attori già affermati nel settore (ad esempio i fornitori di macchine e attrezzature agricole) e per circa il 20% da soluzioni di attori emergenti (soprattutto startup), che propongono sistemi digitali innovativi e servizi di consulenza tecnologica.
Il digitale innova anche tracciabilità e qualità alimentare ed è una leva strategica per il settore agroalimentare italiano, in grado di garantire maggiore competitività a tutta la filiera.
Le startup nel mondo arrivano a 500 e sono attive soprattutto in ambito eCommerce (65%) e Agricoltura 4.0 (24%). L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di startup ma con il finanziamento medio più basso.
Il mercato globale dell’agricoltura 4.0 vale 7 miliardi di dollari (il doppio rispetto allo scorso anno), di cui il 30% generato in Europa.
Secondo l’Osservatorio le imprese italiane siano sempre più consapevoli delle opportunità offerte dal digitale in agricoltura e utilizzano sempre più frequentemente soluzioni orientate all’Agricoltura 4.0
Controllo dei costi di produzione e l’aumento della produzione sono le esigenze più urgenti per le imprese, mentre i fabbisogni legati all’acquisizione, elaborazione e interpretazione dei dati sono considerati importanti ma non ancora prioritari. Il 55% delle aziende dichiara di utilizzare macchinari o tecnologie avanzate per la pianificazione delle colture, la semina, la coltivazione, il raccolto, e fra questi il 45% lo fa da più di cinque anni. Il 30% degli imprenditori ha meno di 40 anni e un terzo è laureato, ma l’età e il titolo di studio non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0, al contrario, invece, della dimensione dei terreni e dei settori di riferimento. Sotto i 10 ettari solo il 25% delle aziende adotta soluzioni 4.0, contro il 65% di quelle sopra i 100 ettari.
Il digitale al servizio della tracciabilità alimentare: la Blockchain nell’agroalimentare
Le tecnologie digitali hanno un grande impatto sull’efficienza e l’efficacia dei processi di tracciabilità alimentare. Il 30% delle imprese che adottano soluzioni digitali di tracciabilità rileva una riduzione degli errori di inserimento dei dati e del rischio di manomissione, il 27% nota una diminuzione dei costi richiesti all’attivazione delle procedure di rintracciabilità e il 21% un risparmio di tempo per la raccolta dei dati. Anche i processi e le relazioni nella supply chain beneficiano di queste soluzioni, soprattutto per quanto riguarda i costi di gestione delle scorte (15%), la riduzione degli sprechi alimentari (14%) e il consolidamento dei rapporti di filiera (13%). Il 13% delle aziende ha anche riscontrato un aumento delle vendite, mentre il 14% evidenzia la necessità di puntare su soluzioni per migliorare i processi di certificazione.
Le soluzioni tecnologiche per la tracciabilità alimentare disponibili sul mercato italiano intervengono nei processi di identificazione univoca, acquisizione del dato, registrazione, analisi, integrazione e trasmissione. Il 59% di queste soluzioni sono ancora “tradizionali” (trasformano il dato in digitale richiedendo un importante contributo umano) e le più diffuse sono piattaforme software per registrazione, integrazione ed elaborazione del dato (62%), seguite da soluzioni che combinano strumenti hardware e software (30%) e da strumenti hardware come sensori IoT e lettori codici a barre (8%). Fra quelle più avanzate (42%), invece, le più utilizzate sono RFID (Radio-Frequency Identification, 20%), Cloud (19%), i Big Data Analytics (14%) e i sensori IoT (10%).
Cresce l’interesse per l’applicazione delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger nella filiera alimentare: sono 42 i progetti internazionali e italiani mappati dal 2016 al 2018, più che raddoppiati nell’ultimo anno. Si tratta di iniziative che, nel 24% dei casi, trovano applicazione in diversi ambiti, nel 21% sono dedicate alla filiera della carne, nel 17% all’ortofrutta e nel 10% al cerealicolo. Nel 50% dei casi è stato riscontrato un forte ruolo guida da parte degli attori della distribuzione e della trasformazione.
Le startup del mondo Smart Agrifood
Sono 500 le startup internazionali finanziate che offrono soluzioni digitali al settore agricolo e agroalimentare censite dall’Osservatorio, fondate a partire dal 2012, per un totale di 2,9 miliardi di dollari di investimenti raccolti. Gli Stati Uniti si confermano l’area con la maggior densità di startup (37%) e di finanziamenti alle nuove imprese (41%), seguiti dall’Europa (30% delle startup e 35% dei finanziamenti) e dall’Asia (20% delle startup e 20% degli investimenti). Dopo gli Stati Uniti, i singoli paesi più virtuosi per capacità di convogliare finanziamenti sulle nuove imprese sono Regno Unito (19%), Germania (12%), Cina (8%) e Israele (2%). L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di startup, ma incide soltanto per l’1% sul totale dei finanziamenti ricevuti dalle nuove imprese, con solo 25,3 milioni di euro.
Le startup internazionali si dividono tra fornitori di tecnologia (31%) e di servizi (16%), retailer (34%) e fornitori di servizi nel settore della ristorazione (19%). Oltre metà delle startup (55%) si rivolge a clienti privati, solo il 5% opera in un mercato di nicchia; l’8% vende i propri servizi sia ai consumatori sia alle aziende, offrendo servizi per la disintermediazione della filiera e vetrine per produttori o retailer, mentre il 37% propone servizi o prodotti tecnologici solo alle imprese, servendo in particolare le aziende agricole o zootecniche (68%) e le industrie di trasformazione (10%).
L’eCommerce è il principale ambito di interesse per le startup, con il 65% delle nuove imprese internazionali attive e un’incidenza sui finanziamenti pari all’84% del totale. La maggior parte delle startup eCommerce offre soluzioni B2c per l’acquisito di prodotti agroalimentari (eCommerce Food, 57%), con modelli di business innovativi che puntano a far incontrare produttori agricoli e consumatori finali. Seguono le startup Food Delivery, piattaforme che mettono a confronto le offerte e consentono di ordinare piatti (36%) e gli Aggregatori,piattaforme mirate a favorire lo scambio di informazioni, prodotti e attrezzature agricole (7%). Quasi un quarto delle startup, invece, opera nell’ambito Agricoltura 4.0 (24% delle startup e 11% dei finanziamenti complessivi), in cui emergono soprattutto le soluzioni digitali per il monitoraggio da remoto di terreni e coltivazioni (69%), seguite da servizi di analisi e integrazione dei dati per supportare gli agricoltori nel processo decisionale (27%) e da strumenti di mappatura di terreni e coltivazioni a partire dai dati sulla resa delle colture o da immagini ricavate da droni (24%). Più marginali le startup che offrono soluzioni per migliorare la qualità alimentare (8%) e la sostenibilità (4%) e quelle in ambito zootecnia di precisione (3%).
Tra le tecnologie più rilevanti per l’innovazione del settore agricolo emergono i dati: li usa il 94% delle startup operanti nell’Agricoltura 4.0 e il 56% impiega tecnologie IoT per raccogliere e trasmettere dati in tempo reale sulle condizioni ambientali e per monitorare le attività delle macchine. Seguono i droni (24%) e i robot per le attività in campo (3%). I dati sono preziosi anche per la qualità alimentare: ne fa uso il 78% delle startup operanti in questo ambito, mentre il 75% sfrutta l’IoT.