Presentato anche a Vinitaly 2019, entra nella fase operativa il progetto BioWINE (Biological Wine Innovative Environment) dei territori del Falanghina a cavallo tra Campania e Basilicata. BioWINE si prefigge l’obiettivo di creare un modello per il trasferimento di buone pratiche per la tutela dell’ambiente in viticoltura sull’immenso patrimonio enologico del distretto Sannio Falanghina
Capofila del progetto è il territorio della Provincia di Benevento, il distretto “Sannio Falanghina” che sarà anche Capitale Europea del Vino 2019 e quest’anno sarà in vetrina a livello europeo, avendo ottenuto ottenuto il prestigioso riconoscimento da Recevin (European Network of Wine Cities), la rete delle 800 Città del Vino presenti in 11 Paesi europei.
Il progetto BioWINE nelle Terre del Falanghina, a cavallo delle province di Benevento, Salerno e Potenza, fra Campania e Basilicata
BioWINE è stato finanziato con 550 mila euro dal PON Governance e Capacità istituzionale 2014-2020, e coinvolge i comuni sanniti di Guardia Sanframondi (che è l’ente capofila del progetto), Castelvenere, Sant’Agata dei Goti e Solopaca, insieme al comune irpino di Castelfranci, con Caggiano e Sant’Angelo a Fasanella in provincia di Salerno e Grumento Nova e Roccanova in provincia di Potenza.
L’iniziativa prevede il trasferimento nelle realtà meridionali del “know-how” e degli strumenti già sperimentati dai comuni dell’area della DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.
Il primo obiettivo è quello di definire e approvare un regolamento intercomunale di polizia rurale finalizzato a diventare strumento utile a fornire un quadro normativo unitario e aggiornato, condiviso dalle amministrazioni locali responsabili delle politiche del settore ambientale, urbanistico e veterinario.
Si tratta di un’area a forte connotazione vitivinicola: Castelvenere – in provincia di Benevento – ad esempio conta oltre 1.000 ettari vitati su una superfice territoriale dell’intero comune di 1.500 ettari complessivi(300 ettari di vitigno Falanghina e gli altri divisi tra Trebbiano, Malvasia di Candia, Sangiovese, Aglianico, Camaiola, Piedirosso, Olivella e Sciaccanoso.
Al termine del progetto dovrebbe concretizzarsi un modello replicabile su altre aree del Paese, finalizzato ad armonizzare le politiche del settore ambientale e urbanistico con la produzione agricole e nella fattispecie con la viticoltura.